Un tempo mi avevano fatto credere che fossi io il guasto nel meccanismo,
che le crepe nel nostro legame fossero fessure scavate dalle mie mani.
Così mi sono smarrito in un labirinto di colpe non mie,
frugando dentro di me alla ricerca di un errore che forse nemmeno esisteva.
E alla fine ho finito per pensare di essere io la stonatura in una melodia
che invece era già sbagliata da sola.

Ma il tempo è un grande rivelatore, e un giorno,
quando il velo delle illusioni è caduto, ho visto la verità nuda e semplice:
chi avevo di fronte cercava di convincermi di non essere abbastanza.
E invece l’unica verità era che quella persona non era abbastanza per me.

Voglio dirti una cosa:
non credere mai alla bugia che la colpa si divide a metà come un frutto.
Non sempre è così.
Non lasciare che il tuo valore venga misurato dalle accuse di chi
non sa nemmeno riconoscere il proprio riflesso nello specchio.
Smetti di cercare difetti in te solo perché qualcuno ha bisogno
di uno specchio in cui riflettere i propri fallimenti.

Impara a distinguere chi ti cammina accanto da chi si insinua dentro di te,
chi ti ascolta davvero da chi ti sente soltanto,
chi è disposto a capirti da chi pretende solo di essere capito.
Non caricarti sulle spalle il peso di colpe che non hai mai commesso,
non ostinarti a cercare luce dove c’è solo buio.

Ti auguro di trovare la forza di lasciare andare gli amori sbagliati
prima che diventino catene.
Di riscoprire la leggerezza di un cuore libero,
di capire che chi ti ama non ti lascia nel momento del bisogno,
che chi c’è solo quando gli conviene non è mai stato veramente lì.

No, la colpa non è sempre di entrambi.
E non permettere mai a nessuno di convincerti del contrario.

Ritina80

Non sei tu l’ingranaggio sbagliato
Non sei tu l’ingranaggio sbagliato

Foto di Bernhard Falkinger da Pixabay