Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde è uno di quei libri che ti cattura e ti lascia senza parole. È breve, ma ricco di significato, e offre spunti di riflessione profondi e attualissimi. La domanda che mi ha tormentato per tutta la lettura è stata: “È più importante essere o apparire?” Questa dicotomia tra bellezza esteriore e corruzione interiore è al cuore del romanzo, e Wilde la esplora con una maestria ineguagliabile. Dorian Gray è un personaggio che ti fa arrabbiare e allo stesso tempo ti affascina. È facile desiderare di scuoterlo, di dirgli di smettere di rincorrere l’apparenza e di trovare valore nelle cose che contano davvero.
Il libro racconta la storia di un giovane bellissimo, Dorian Gray, che desidera con tutte le sue forze di non invecchiare mai, e, per magia, il suo desiderio viene esaudito. Mentre lui rimane eternamente giovane e affascinante, è il suo ritratto a invecchiare e a portare i segni dei suoi vizi e peccati. Questo tema, così attuale, ci spinge a riflettere su quanto la società moderna sia ossessionata dall’apparenza e dall’eterna giovinezza. Ed è proprio questo che rende “Il ritratto di Dorian Gray” un capolavoro ancora oggi.
Quando ho riletto questo romanzo dopo anni e mi sono ritrovata a discuterne con altri lettori su tanti temi. Abbiamo parlato di morale, di come le cattive compagnie, come Lord Henry, possano influenzare negativamente una persona, e di come Dorian si sia lasciato trascinare in una spirale di depravazione e disperazione. Lord Henry è un personaggio affascinante, con le sue teorie ciniche sulla vita e il piacere. Dice frasi come: “La giovinezza è l’unica cosa che val la pena di possedere,” e ci fa capire quanto sia pericoloso vivere solo per il piacere superficiale e fugace.
Ma è anche un romanzo che ci fa riflettere sulla bellezza. Una delle frasi più iconiche è: “La bellezza è una manifestazione del genio”. Wilde esalta la bellezza come uno dei più grandi fatti del mondo, e attraverso Dorian e Lord Henry ci mostra quanto possa essere pericolosa se non accompagnata dalla saggezza. Dorian si innamora della sua immagine riflessa nel ritratto e questo lo porta alla rovina. La sua ossessione per l’eterna giovinezza lo isola dalle cose che contano davvero: l’amore, l’amicizia e l’autenticità.
Nonostante la sua apparente semplicità, “Il ritratto di Dorian Gray” è un romanzo complesso. L’evoluzione del personaggio di Dorian, che passa da essere un giovane innocente e affascinante a un uomo consumato dai sensi di colpa e dal rimorso, è una lezione sulla pericolosità dell’egoismo e del narcisismo. Il ritratto, che diventa sempre più mostruoso, rappresenta il degrado morale di Dorian, il suo lato oscuro che non può più nascondere.
Alla fine, il desiderio di distruggere il ritratto è simbolico. È come se Dorian volesse liberarsi del peso della sua coscienza, ma ciò porta solo alla sua tragica fine. Questo ci fa riflettere sul fatto che non possiamo fuggire dalle conseguenze delle nostre azioni.
Se non hai mai letto “Il ritratto di Dorian Gray”, te lo consiglio vivamente. È un romanzo che, anche a distanza di oltre 130 anni dalla sua pubblicazione, rimane fresco e attuale. Wilde ci parla non solo del desiderio di eterna giovinezza, ma anche della natura umana, dell’illusione della bellezza e delle conseguenze di vivere una vita senza morale. È un libro che ti farà pensare, ti coinvolgerà e ti lascerà con domande che potrebbero non avere risposte facili, ma che sicuramente ti faranno guardare il mondo con occhi diversi.