I figli crescono e prendono il volo, ed è una tappa naturale della vita, anche se a volte fa male accettarlo. Li abbiamo accompagnati a diventare grandi con amore e consapevolezza, sapendo che un giorno avrebbero intrapreso il loro cammino.
Non è che ci lasciano: è la vita che li chiama, che li guida verso nuovi orizzonti.
Non siamo più il loro centro.
Non siamo più la loro autorità.
Non dirigiamo: accogliamo.
Non comandiamo: accompagniamo.
Non imponiamo i nostri sogni: rispettiamo i loro.
Hanno bisogno di un altro amore, di un altro nido, di scoprire nuove prospettive.
Le loro ali sono pronte, vogliono spiccare il volo.
Le loro radici sono forti e affondano altrove, cercando il loro terreno.
Il vaso in cui li abbiamo accuditi non basta più; la nostra acqua, il nostro nutrimento e la nostra protezione non sono più sufficienti per ciò che sono diventati.
Vogliono crescere, esplorare la loro strada, aprire le ali verso cieli sconosciuti.
Ma noi restiamo con loro.
Siamo lì, nelle fondamenta del loro edificio, alla radice del loro albero, nella corteccia che li protegge, nel profondo del loro cuore.
Siamo nella luce della loro scia, nel bacio che inviamo da lontano, nel fazzoletto che agitiamo per salutarli, nella preghiera che li accompagna, e anche nella lacrima che scende mentre li vediamo partire.
Siamo sempre con loro, anche se in un altro modo.
E allora, rendiamo la loro vita così piena di felicità, così ricca di amore, che quando torneranno lo faranno con gioia. Anche solo per stringere la nostra mano, anche solo per un attimo.
E in quel momento, il nostro cuore saprà che, ovunque vadano, noi saremo sempre casa per loro.
