Un giorno, mentre piegavo una camicia che non avrebbe mai indossato, mi sono fermata. Mi sono chiesta: “Chi sono?”. La mia voce, quella vera, era ormai persa sotto anni di “sì, amore”, “come vuoi tu”, “quello che desideri”. Non l’avevo capito in un attimo, ma in un lungo silenzio. Un freddo silenzio che aveva cancellato ogni traccia di me.
Eppure, oggi sono qui. Da sola. Ho paura, perché non so più chi sono senza di lui. Ma ho una certezza: voglio scoprirlo. Voglio ritrovarmi, pezzo dopo pezzo, anche se ci vorranno anni, anche se dovrò affrontare mille ostacoli. Urlerò, canterò, ballerò senza musica, perché voglio essere me stessa, con tutte le mie imperfezioni.
Prima di lui ero risata, ero furia, ero energia pura. Avevo una voce forte, così potente che riusciva a sorprendermi. E poi lui è arrivato, con le sue parole delicate e le sue promesse sicure. Mi guardava come se fossi una mappa da decifrare e io, ingenua, ho creduto che l’amore significasse lasciarmi riscrivere.
All’inizio era dolce, mai prepotente. Con un sorriso mi diceva che con i capelli sciolti ero più bella, e io li lasciavo cadere sulle spalle. “Quel vestito non ti valorizza, perché non provi qualcosa di più semplice?”. Così cambiavo abito. “Abbassa un po’ la voce, non è necessario urlare”, e io iniziavo a parlare piano, quasi sottovoce. “Non serve che lavori, posso occuparmi io di tutto”, e ho lasciato andare i miei sogni. “Esci vestita così?”, e il mio stile è diventato il suo.
Giorno dopo giorno, parola dopo parola, ho smesso di essere me stessa. Mi ha modellata come creta, fino a farmi diventare una figura perfetta ai suoi occhi, ma vuota dentro.
E la cosa più triste è che, guardandomi allo specchio, non vedevo una donna cancellata. Vedevo ciò che lui voleva che fossi: perfetta, per lui.
Ma ora basta. Ho deciso di ricostruirmi. Voglio tornare a essere quella donna che si muoveva al ritmo della sua musica interiore. E sì, so che ce la farò. Questo è il mio viaggio, e non mi fermerò finché non mi sarò ripresa ogni parte di me stessa.
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